allegria di naufraga

Standard

di ritorno da un convegno sulla “didattica per competenze”. Si parlava di standard, di processi, di metacognizione; di monitoraggio, di ideologia delle competenze in mancanza di standards valutativi; del drammatico dilemma: contenuti/competenze…. I relatori bravi, preparati, energici, drammaticamente accorati. Insomma. Una di quelle situazioni in cui vorrei essere un lemure piuttosto che un’insegnante. In questi frangenti, infatti, non posso non provare un certo distacco da me stessa e dagli altri che prendono le cose troppo drammaticamente. Anche io enfatizzo e mi dispero sulla fine dei tempi; sulla crisi dei saperi e della loro trasmissione; sull’impotenza a regolare processi che sono troppo più grandi di noi… sullo stare sempre su una frontiera, che è il lavoro dell’insegnante. Ma mi chiedo: a cosa serve tutto questo “sbattersi”? non è solo il residuo di una soggettività che non riesce a smettere di volere quando pure ha capito che il tutto è fuori dalla sua portata? L’ho detto ad alcune mie amiche e colleghe, bravissime e impegnatissime. Forse hanno scambiato il mio discorso sul naufragio e sulla babele di lingue e saperi, sull’apocalisse e sull’anticristo, come un divertente delirio che si aggiunge agli altri… Certo io ci sono e ci rimango, fino a che non mi cacciano, sulla frontiera: resisto anch’io nel voler dar senso, organizzare, trasmettere, decodificare saperi che sono ormai esplosi. Ma poi, anche grazie a questo corso, mi viene a pensare: ma non è ridicolo? voler dar forma, misurare l’immenso? la metafora della rete esprime meglio di ogni discorso l’essenza dei nostri tempi. Convivere con il caos, non pretendere di organizzarlo, accettare il disordine e lasciarsi guidare e cullare da questa miriade di imputs che si incrociano e mi lasciano senza forze e senza fiato, ma anche divertita e incuriosita… è questa la mia esperienza di questo corso Imparare/apprendere/mutare. Forse, anzi, sicuramente, dovrò essere “cliente” del prof Formiconi per i prossimi dieci anni, prima di trovare un qualche bandolo…. forse non troverò alcun capo di matassa; forse mi piacerà non trovare questo ordine che il mio pensiero ricerca; o forse mi stancherò e mollerò tutto. Intanto sono quasi sicura che nemmeno questo post sarà visibile se non faccio qualcosa per rendere visibile il blog… se non mi metto un po’ a lavorare su tutti i post che ancora non sono riuscita a leggere… Naufragio, dolce naufragio

Una risposta »

  1. Apprezzo la tua onestà. E’ così che mi sento quando ho la testa tanto piena da non aver spazio più nemmeno per uno spillo! Soprattutto dopo un aggiornamento pieno di paroloni – quelli sulle competenze sono particolarmente fetenti 😉
    Capisco anche l’angoscia del caos… Da brava ho scaricato tutti i file OPML e costruito questo mega-aggregatore che riuscirò a studiarmi in – appunto – almeno dieci anni, alla fine dei quali sono convinta che non avrò esaurito gli argomenti bensì l’ansia di appropriarmi di tutti loro. Forse.

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